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Cattedrale di Atri (TE): il restauro 2006-2008

C.Taraschi con L.Falconi Di Francesco

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le prime tre foto sono di Gino Di Paolo

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NOTE SUL RESTAURO DELLA CATTEDRALE DI ATRI (TE)

Quando è iniziato il progetto per il restauro della cattedrale di Atri, con il mio collaboratore  l’architetto Luca FALCONI DI FRANCESCO, ci siamo trovati nella necessità di pensare ad un nuovo pavimento che sostituisse il precedente, ormai completamente non utilizzabile. La difficoltà emerse da subito dovendo definire il ruolo della pavimentazione in un monumento che ha pareti interne che parlano alla storia dell’arte. Si è usato un travertino sottoposto a particolare lavorazione meccanica che per pezzatura e colore fosse accompagnamento afono a vantaggio delle presenze storiche che sono all’interno della chiesa. Come sempre accade in un restauro architettonico il percorso di progetto coincide con lo stesso fare costruttivo: nella chiesa di Atri, che è posta a pochi centimetri sopra al livello della città antica, la brillante campagna di scavi porta a scoprire tracce murarie romane la cui memoria non poteva restare obliterata. Il nuovo pavimento accoglie quindi queste pre-esistenze alludendo al grande edificio ottagonale romano, al cui centro è l’incognito manufatto esagono. Si indicano sul piano delle nuove lastre pavimentali i riferimenti alle scoperte archeologiche, ma dove mosaici e murature storiche diventano esuberanti per bellezza ed interesse si costruisce un presbiterio con pavimentazione completamente trasparente a sostituzione del precedente del Matthiae. La realizzazione dei nuovi massetti per la posa della pavimentazione ha permesso l’inserimento del riscaldamento orizzontale, scelta che si è rivelata essenziale nell’utilizzo invernale della chiesa di Atri. Se il nuovo pavimento con il relativo riscaldamento sottostante e il presbiterio vetrato sono gli interventi più leggibili, in verità, molto altro è stato fatto. Si può solo brevemente accennare al grande intervento sulle coperture o a quello sulle pareti esterne riportate alla dimenticata ricchezza dei cromatismi lapidei. Ma anche la pareti interne sono state oggetto di un intervento con intonachino la cui caratteristica coloristica è stata appositamente generata dalle predominanze degli apparati a vista all’interno della Cattedrale.

Con un ringraziamento a tutte le persone ed Istituzioni che hanno collaborato alla riuscita di questo pluriennale lavoro, si ritiene utile per conoscenza delle lavorazioni effettuate riportare, qui di seguito, un estratto dalle relazioni tecniche di progetto:

(…) Gli interventi si sono sviluppati in concertazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per L’Abruzzo di L’Aquila e con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo di Chieti, Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnologico di L’Aquila e con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali- Dipartimento per i Beni Culturali e Paesaggistici – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici per l’Abruzzo di L’Aquila.

(…) Le attività sono state effettaute secondo stralci successivi in relazione ai diversi canali contributivi accessi, affidati all’Impresa Edilcostruzioni Group s.r.l. di Montorio al Vomano (TE).

Al fine, di ottimizzare l’intervento si è proceduto ad un’approfondita analisi storica dell’edificio finalizzata alla conoscenza dello sviluppo della Concattedrale e prendere coscienza dei numerosi e successivi interventi di restauro effettuati nei vari periodi.

(…) Definita e valutata la situazione contingente, considerati i tempi e le condizioni tecnico – funzionali si è ritenuto importante intervenire ai lavori restauro e consolidamento della zona presbiteriale modulando un intervento incentrato sulla massima prudenza nell’uso di processi costruttivi e dei materiali da utilizzare, in definitiva si è proceduto ad interventi limitati alle sole zone strettamente necessarie, individuando le parti ove gli elementi architettonici, gli spessori , le interconnessioni, le interrelazioni degli elementi funzionali avevano necessariamente bisogno d’intervento di restauro e di valorizzazione.

(…) L’intervento si pone temporalmente conseguente alla campagna di scavo archeologico condotta dalla Soprintendenza che ha permesso di riportare alla luce delle preesistenze presenti sotto il piano della vecchia pavimentazione. Conclusa la fase di scavo, si è provveduto ad eseguire il rifacimento della pavimentazione, parte sostanziale di un intervento più ampio comprendente la posa in opera di impianto di riscaldamento a pavimento del tipo a pannelli radianti e l’adeguamento liturgico del Complesso, che restituisce la Con cattedrale ridefinita negli aspetti funzionali ed architettonici, attraverso il ri-ambientamento complessivo delle forme e degli spazi liturgici.

L’impianto definito è del tipo a pannelli radianti a pavimento, strutturato in maniera da esser il meno impattante possibile sulla struttura a grande valenza architettonica oltre ai caratteri di efficienza ed economia, permette di riscaldare l’intera superficie con comprovati risparmi energetici, senza peraltro avere bisogno di corpi radianti esterni.

(…) Nell’ambito della scelta di adeguamento dell’impianto termico si è operato il rifacimento della pavimentazione, ritenuta per forma e materiali, incongrua con le caratteristiche stilistiche ed architettoniche della Concattedrale.

(…) La nuova pavimentazione è stata realizzata in pietra naturale, travertino, del colore e delle dimensioni trasversali (30 – 40 – 50) definite in concertazione con la Soprintendenza per i Beni Ambientali. Il pavimento utilizzato risulta definito con tecnologia di lavorazione innovativa, ottenuta senza l’uso di sabbiatura o prodotti chimici, che rende la superficie planare ed allo stesso tempo esalta le caratteristiche della materia. La stuccatura eseguita in fase di posa in opera, penetra facilmente all’interno delle cavità del travertino sul quale si ancora perfettamente garantendo una maggiore durata nel tempo. Lo spigolo presenta una delicata smussatura, quanto basta per rendere possibile la posa senza fuga. I singoli elementi, a volte diversi tra loro, presentano una superficie naturale e sconnessa, come logorata dal tempo e dal calpestio naturale; gli spigoli irregolari ne accentuano l’aspetto.

(…) E’ stato inoltre eseguito l’adeguamento degli spazi liturgici, definiti in base a una progettazione controllata, promuovendone il rinnovamento celebrativo, secondo le esigenze della riforma liturgica. Inoltre sono stati definiti gli aspetti formali e figurativi per adattarli al sistema organizzativo previsto nel tentativo di uniformare le cromie delle varie pietre. (…)

Ing.C.TARASCHI (da L’Araldo abruzzese n.2/2009)


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I lavori sono stati eseguiti dalla EDILCOSTRUZIONI GROUP http://www.edilcostruzionisnc.it/

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